Il fotovoltaico
Gli impianti fotovoltaici sono favoriti da politiche nazionali e comunitarie in quanto riducono i costi energetici, diminuiscono la dipendenza da fonti straniere, creano posti di lavoro e contribuiscono a ridurre le emissioni inquinanti. Le imprese possono beneficiare dell'autoproduzione di energia fotovoltaica per migliorare la competitività aziendale e controllare i costi energetici. Gli impianti fotovoltaici offrono notevoli vantaggi in termini di riduzione dei costi energetici e sostenibili
Gli impianti fotovoltaici rientrano nel più ampio insieme di impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile. Questo tipo di generazione energetica è fortemente sostenuto dalle politiche nazionali e comunitarie, in quanto apporta all’economia una serie di vantaggi tra i quali spiccano:
• La diminuzione del costo energetico per i consumatori finali, sia imprese che privati
• La minore dipendenza dalle fonti energetiche di importazione estera
• La creazione di ricchezza grazie alla filiera di costruttori, tecnici ed installatori che lavorano nel settore
• La diminuzione di emissioni inquinanti dovute all’uso di fonti fossili (gas naturale, gpl, derivati del petrolio, carbone e altro)
In particolare, la diminuzione del costo energetico per le imprese permette a queste ultime di aumentare la propria competitività grazie alla riduzione di una voce di bilancio (la spesa energetica). Oltre a diminuirne il costo, l’autoproduzione con fotovoltaico permette all’impresa di avere un costo energetico più prevedibile e di migliorare quindi il proprio controllo di gestione.
La quota di energia autoprodotta, che avrà costo pari a zero una volta installato l’impianto fotovoltaico, copre il fabbisogno totale dell’azienda in una percentuale che dipende da alcuni fattori:
• La quantità di energia consumata dall’azienda durante le ore diurne (le ore in cui il fotovoltaico produce energia) rispetto al totale. L’impianto infatti deve essere dimensionato per produrre solamente l’energia che l’impresa può consumare nello stesso momento, in quanto al contrario l’energia prodotta in altri orari verrebbe ceduta alla rete nazionale con un valore molto meno conveniente. La maggior parte delle aziende che lavorano su un turno consuma circa il 70% di energia in fascia F1 (dalle 8 alle 19 dei giorni feriali)
• La superficie disponibile sulla copertura dello stabilimento produttivo
• La capacità di investimento e/o finanziamento dell’azienda per la realizzazione dell’impianto
I numeri in gioco con un esempio
Una tipica pmi con un consumo annuale di 200 MWh (200.000 kWh) di cui 140 MWh in F1, può installare un impianto di potenza fino a 108 kW che, producendo per 1.300 ore/anno (dato variabile tra 1.000 ore e 1.400 ore in funzione dell’ubicazione geografica e dell’esposizione/ombreggiamento della copertura), genera 140 MWh di energia elettrica.
Questa energia elettrica, prodotta dal fotovoltaico nello stesso momento in cui le utenze dell’impresa la consumano, è detta “autoconsumata”.
L’energia in eccesso, che l’impianto fotovoltaico produce in più rispetto al fabbisogno istantaneo dell’impresa, viene invece “immessa” nella rete nazionale.
Per l’impresa, il valore dell’energia autoconsumata è pari all’evitato costo di acquisto della stessa quantità di energia dalla rete, che ad oggi è di circa 0,22 €/kWh (220 €/MWh). Invece il valore dell’energia immessa in rete è data dalla vendita della stessa, da parte dell’impresa al GSE, al prezzo “PUN zonale”, che ad oggi è circa 0,13 €/MWh (130 €/MWh). Per questo motivo, in fase di dimensionamento dell’impianto occorre cercare di scegliere la potenza corretta che da un lato copra l’intero fabbisogno dell’azienda nelle ore diurne (per massimizzare l’autoconsumo) ma che dall’altro non lo ecceda (per evitare di fare un impianto più grande e più costoso per poi vendere l’eccesso di energia alla rete nazionale).
I tipi di contratto per realizzare un impianto fotovoltaico
Ad oggi esistono numerose possibilità contrattuali per realizzare un impianto fotovoltaico, tutte queste si basano su un notevole vantaggio intrinseco dell’investimento, in quanto se correttamente dimensionato l’impianto ha un tempo di rientro inferiore a 5 anni.
Acquisto diretto con risorse proprie o finanziato
Un’impresa che abbia risorse da dedicare, può acquistare l’impianto direttamente. Gli istituti di credito sono ben disposti a finanziare questo tipo di impianti perché aumentano la competitività dell’impresa,si ripagano in breve tempo e mantengono il loro valore nel tempo, costituendo essi stessi una garanzia per il creditore. I pannelli producono con un rendimento molto elevato anche dopo 25 anni.
Pay per use (servizio energia)
In questo caso è il fornitore dell’impianto ad investire per realizzarlo, sostenendone le spese. L’impresa cliente concede al fornitore il diritto di superficie sulla copertura per un numero di anni, tipicamente tra 8 e 12, ed in tale periodo di tempo, il fornitore vende all’impresa l’energia prodotta dal fotovoltaico, ad un prezzo che inferiore al prezzo a cui il cliente acquista l’energia dalla rete.
In questo caso, essendo il produttore (titolare del fotovoltaico) diverso dal consumatore finale (impresa) si rende necessario costituire un SEU (Sistema Efficiente di Utenza) e si perde il vantaggio dell’esenzione dell’accisa.
Noleggio operativo
Anche in questo caso l’impresa evita di sostenere subito il costo dell’impianto o di richiederne il finanziamento. L’impresa stipula un contratto di noleggio operativo (detto anche locazione operativa) con l’istituto di credito partner del fornitore nell’operazione. L’impresa, per un numero di anni, tipicamente tra 8 e 12, paga la rata del noleggio operativo, rata che è stata calcolata per essere pari o di poco inferiore alla spesa che l’impresa sosterrebbe se acquistasse dalla rete lo stesso quantitativo di energia prodotta dall’impianto fotovoltaico.